West Darfur | Riapertura di due Centri di Salute

Kulbus e’ una cittadina situata al confine con il Chad nella parte piu’ a nord del Darfur dell’Ovest, una regione colpita per molti anni dal conflitto civile. Durante gli ultimi mesi il livello di sicurezza sembra essersi stabilizzato, in seguito agli spostamenti dei ribelli verso altri stati, e i sudanesi rifugiatisi in Chad hanno iniziato a ritornare ai propri villaggi. Secondo dati OCHA, nella località di Kulbus, fino ad Aprile 2011 si sono registrati 3.290 returnees.

A Kulbus mancano sostanzialmente tutti i servizi di base, tra cui quelli sanitari: da circa 8 anni il COSV interviene con un Centro Sanitario nella cittadina e 10 unità sanitarie di base dislocate nei villaggi circostanti. La situazione stabile ha ora permesso la riapertura di due Unità, quelle di Helilat e Gimiza, chiuse nel 2007 per problemi di insicurezza.

Le unità sono state ristrutturate e dalla fine del 2011, con grande consenso da parte delle autorità locali e del Ministero della Salute, offrono servizi sanitari di base nella zona grazie alla presenza di un Community Health Worker e di una ostetrica. La priorità del centro è la cura materno-infantile: le statistiche dimostrano infatti che nel West Darfur per ogni 100.000 nascite si verificano circa 590 decessi, meno del 60% delle donne in gravidanza ha consapevolezza dell’importanza delle cure pre e post parto e meno del 50% dei parti è assistito da ostetriche specializzate in grado di eseguire dei parti in condizioni igieniche, con strumenti e tecniche adeguati. Tra la popolazione è ancora molto diffusa la figura tradizionale dell’assistente al parto, donne appartenenti alla comunità che si occupano dei parti ma senza le conoscenze e competenze tecniche per farlo. Circa il 30% delle donne in età riproduttiva non è inoltre a conoscenza dei metodi di pianificazione familiare e solo l’8% della popolazione utilizza metodi contraccettivi.

Nelle due unità di nuova ri-apertura, cosi come in tutte gli altri centri COSV, la priorità sarà quindi la diminuzione del tasso di mortalità materno infantile e la prevenzione e la risposta immediata alle eventuali emergenze sanitarie che possono verificarsi nella zona.