Lavorare con le comunità, promuovere la resilienza, raggiungere la sostenibilità

Riserve naturali soffocate tra cambiamenti climatici e utilizzo indiscriminato delle risorse, aree che faticano a gestire l’accoglienza di comunità di profughi in movimento, municipalità multietniche che lottano per la promozione di servizi socio-economici. I contesti in cui lavoriamo presentano caratteristiche differenti ma un comune fattore fondamentale: una società civile che si fa voce di un cambiamento sociale e si impegna attivamente verso il progresso. E’ con le varie espressioni di questa stessa società civile che noi lavoriamo, favorendo partnership per una co-progettazione che diventi leva di uno sviluppo locale sostenibile.

 

L’approccio comunitario è sempre più una metodologia che accomuna trasversalmente i nostri progetti nei diversi paesi. Ma cosa significa lavorare con la società civile? Quali obiettivi, metodologie e strumenti supportano il nostro approccio? Ne abbiamo discusso durante il workshop “Local development through a sustainable community approach: una tre giorni di condivisione e confronto tra team COSV e attori esterni per integrare, con nuovi significati e consapevolezze, la nostra strategia di intervento in Medio Oriente, Balcani e Africa Australe.

 

Opportunità e dialogo emergono quali parole chiave, nella nostra operatività a supporto delle comunità. I progetti sono sempre più focalizzati su modelli operativi volti a costruire ponti in contesti multi-culturali, multi-etnici e multi-religiosi, nel rispetto delle differenze tra i gruppi delle comunità, agendo come “parte terza”. In Macedonia, ad esempio, supportiamo l’incontro e la costruzione di spazi comuni tra le molteplici comunità etniche di cinque municipalità per costruire fiducia e partecipazione tra tutte le parti nei processi decisionali. Le istituzioni locali svolgono un ruolo chiave: favorire il recupero della loro funzione è fondamentale per riconnettere il tessuto societario, garantendo, così, non solo la buona riuscita dei singoli interventi, ma la sostenibilità dello sviluppo di lungo periodo.

 

L’approccio multi-inclusivo che abbiamo adottato abbraccia anche il settore privato, gli stakeholders locali e quelli internazionali. Nei contesti mediorientali, come il Libano e la Turchia, coinvolgiamo non solo le comunità, ma tutta una moltitudine di attori – del settore profit e di quello no-profit – sperimentando formule di impresa sociale, networking e partenariato. In un contesto che vede comunità di accoglienza e rifugiati a rischio di interdipendenza competitiva di fronte a risorse limitate e mercato del lavoro quasi inesistente, ci impegniamo per la creazione di opportunità di lavoro e dialogo, anche attraverso un sostegno formativo, che consenta ai giovani e ai disoccupati (rifugiati o locali) di potenziare le loro competenze specifiche, costruendosi profili professionali adatti ad un nuovo ambiente socio-economico favorevole.

 

Le diverse attività, nel rispetto delle specificità culturali, si fondano su un approccio “bottom-up”, che prevede il coinvolgimento graduale di tutto il sistema societario. Approccio secondo noi necessario, se l’obiettivo è la resilienza, ovvero la capacità delle comunità di reagire a una vasta gamma di problematiche più o meno complesse o improvvise. Ma parlare di resilienza non implica unicamente un lavoro sul contesto politico-economico, richiede invece uno sguardo costante a più dimensioni, compresa quella ambientale.

 

In un paese frequentemente esposto a shock climatici come il Mozambico, dove le comunità faticano a trovare un’alternativa all’utilizzo indiscriminato delle ricchezze naturali – seppur protette – per garantirsi il sostentamento, lavoriamo con i gruppi di gestione locali come mediatori tra le possibilità di sviluppo e la necessità di preservare le risorse naturali: riteniamo che entrambi questi fattori siano imprescindibili per tendere alla sostenibilità.

 

Parlare di sostenibilità sottende una prospettiva di lungo periodo, che vada oltre la conclusione di un singolo progetto di cooperazione. È proprio per questo che abbiamo sviluppato le nostre strategie partendo dalle società: il matching delle best practices dei nostri operatori sul campo ha confermato che per promuovere lo sviluppo sia fondamentale cooperare con i beneficiari, affinché diventino produttori di risorse e garanti di soluzioni durature. Centro propulsore è dunque la comunità, come attore decisivo verso un cambiamento sostenibile.