Le nuove sfide dell’Aiuto Umanitario

In occasione del semestre di Presidenza Italiana dell’Ue, si è tenuta presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, una Tavola Rotonda sull’Aiuto Umanitario, promosso da LINK2007- Cooperazione in Rete, con il sostegno organizzativo di Intersos e VOICE, che ha visto la partecipazione delle Ong italiane ed europee che operano nel settore umanitario. L’evento ha voluto dare il contributo delle ONG italiale su alcuni specifici temi attualmente in discussione nell’Unione Europa. Si è trattato di una valida occasione per esaminare le connessioni esistenti fra l’UE e la realtà nazionale in merito alle politiche ed alla pratica dell’aiuto umanitario. L’evento è stato sostenuto dalla Commissione Europea attraverso il Dipartimento di Aiuto Umanitario.

Tra i relatori, il Vice Ministro Lapo Pistelli, il Direttore Generale di ECHO Claus Sorensen,  e il Direttore Generale della Cooperazione Italiana Giampaolo Cantini.

“Per fronteggiare le crisi umanitarie in atto nel mondo c’e’ bisogno di mettere insieme competenze e attori diversi. Servono maggiori risorse’ e c’e’ bisogno di una buona e positiva alleanza con i media in grado di fare crescere il livello di consapevolezza dell’opinione pubblica che possa tradursi in maggiori risorse da destinare alle emergenze umanitarie”. Lo ha detto il viceministro agli Affari esteri, Lapo Pistelli, nel corso della tavola rotonda. Serve – sostiene Pistelli – un coinvolgimento di tutti: protezione civile, operatori umanitari, diplomazia, soft power e settore privato. Tutti devono muoversi senza dimenticare che il fine ultimo sono le persone in stato di bisogno. Il 2014, ha ricordato il viceministro, e’ stato un ”annus horribilis” in tema di crisi internazionali con ben quattro crisi umanitarie di livello 3 – livello massimo secondo la classificazione Onu – con Siria, Iraq, Sud Sudan e Repubblica Centro Africana. Ma anche l’Ebola potrebbe essere annoverata tra queste. “L’Italia – dice – e’ presente su tutti i fronti, e anche per prevenire la maggiore diffusione della febbre emorragica sta dando il proprio contributo”.

L’azione umanitaria compiuta dai vari attori in campo, Ong, Stati, organizzazioni umanitarie, settore privato, ha ricordato Pistelli, deve rimanere neutrale e imparziale e avere la capacita’ di parlare con tutti. ”Per chi si occupa di aiuto umanitario – prosegue – le difficoltà si chiamano accessi umanitari, come in Siria, dove il numero di persone che vive in zone difficili da raggiungere o sotto occupazione sono centinaia di migliaia”. Spesso, dunque, ha sottolineato il viceministro, ”e’ indispensabile il coordinamento con le forze militari. La difficoltà evidente per chi fa politica”, ha aggiunto, “e’ che su queste crisi la luce si accende e si spegne in base all’attenzione mediatica data a queste crisi. Infine – ha concluso Pistelli – serve il rafforzamento del partenariato con il settore privato, combinando risorse e capacita’ tecnologica”.

”Nessuno puo’ agire solo”, rincara dal canto suo Claus Sorensen, direttore generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile della Commissione Ue (Echo). L’Ue, ha detto nel corso del suo intervento, lavora a 360 gradi, non soltanto sui fronti caldi, ma anche in quelle aree in cui sono in corso crisi dimenticate, destinando almeno ”un 15% delle risorse disponibili”. Segno che l’Europa c’e’.