L’accordo di Addis Abeba: responsabilità condivise e equità fiscale

La Terza Conferenza internazionale sul “Finanziamento per lo sviluppo” è stata chiamata a rispondere in modo chiaro ad alcune domande cruciali, quali: come verrà finanziata l’agenda “post 2015”?; quali impegni concreti da parte dei paesi più ricchi e dell’Unione Europea?; quali impegni da parte dei paesi partner e in particolare (ma non solo) africani?; quale ruolo per il settore privato nelle strategie globali di lotta alla povertà?
Paolo Dieci, presidente di Link2007, Cooperazione in Rete, che ha partecipato ai lavori della Conferenza, ne ha tratto alcune considerazioni interessanti.
La novità principale di Addis Abeba rispetto a Monterrey e Doha risiede nel maggiore accento posto sulle responsabilità condivise. E’ in questo quadro che si colloca l’enfasi posta sulla mobilitazione delle risorse domestiche, a partire da più efficienti ed equi sistemi fiscali. Così come in questa direzione va l’apertura al settore privato, dal quale si attendono investimenti a favore della crescita inclusiva e sostenibile. Al tempo stesso il “messaggio” di Addis Abeba è che l’aiuto pubblico allo sviluppo rimane uno strumento indispensabile nell’ottica dell’eliminazione della povertà assoluta entro i prossimi 15 anni.
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Per ulteriori approfondimenti, Nino Sergi