Favorire l’accesso ai servizi sanitari primari per le donne, i bambini, gli sfollati e i returnee a Kulbus e Jebel Moon, West Darfur

Kulbus e Jebel Moon sono stati fortemente colpiti dal conflitto e di conseguenza dagli spostamenti della popolazione: le comunità accolgono oggi numerosi sfollati e persone che sono tornati ai villaggi dal Ciad.
 
A Kulbus gestiamo tutte le unità di salute locali, affiancando l’unica struttura del Ministero della Salute, cioè l’ospedale della cittadina di Kulbus. La popolazione si trova in uno stato di forte vulnerabilità di fronte ai rischi sanitari, generati da malattie diffuse come la diarrea.
 
L’area di Jebel Moon (che comprende Shatan e i villaggi circostanti, Allona e Armo, Mastriha, Kaskis, Narmala e Hashaba) è invece totalmente priva di servizi sanitari. Secondo i dati OCHA del 2014, sono più di 11.000 gli sfollati o i returnee nell’area e secondo l’UNHCR oltre 20.000 persone a Jebel Moon si trovano a circa 2-3 ore di distanza (viaggio su un asino) dalla più vicina unità di salute primaria. La situazione mette a rischio la vita della popolazione e al momento siamo l’unica organizzazione internazionale presente.
 
Con questo progetto ci impegniamo a ridurre il tasso di mortalità e morbidità all’interno delle comunità di Kulbus e Jebel Moon, occupandoci della fornitura di servizi sanitari di base per donne, bambini, sfollati e retunee. In parallelo, ci impegniamo nel rafforzare le competenze nazionali e locali per la diagnosi precoce e la capacità di risposta alle emergenze sanitarie. Il progetto raggiungerà oltre 31.000 beneficiari diretti in 18 villaggi, raggiunti con strutture sanitarie fisse o mobili.