Le campagne di sensibilizzazione nei progetti di emergenza sanitaria: perché, con chi e come?

Siamo nel villaggio di Rahat Rama, in Sudan, una piccola comunità a mezz’ora di auto dall’ufficio del COSV. Oggi si distribuiscono gli alimenti nutritivi supplementari per la cura della malnutrizione: un mix fatto di farina arricchita, zucchero e olio. Soprattutto nella stagione secca la malnutrizione è un grande problema in tutto il Sudan. Nel corso della giornata arriveranno un’ottantina di madri con i loro bambini. Alcuni di loro camminano anche più di un’ora per giungere al nostro centro di salute. Abbiamo costruito una veranda e steso tappeti di fibre naturali dove le donne si siedono ordinatamente. I loro vestiti sono coloratissimi, il cielo è di un blu carico e il deserto sudanese è di un intenso color ocra: sembra di essere dentro un quadro. Prima della distribuzione dei prodotti integrativi viene fatta una dimostrazione su come cucinare il preparato. La malnutrizione, tuttavia, non solo va curata, ma anche prevenuta.
Mariam e Mohamed, gli educatori comunitari del COSV lo sanno bene, lavorano con noi da 3 anni. Per questo, prima della distribuzione degli alimenti organizzano sessioni di sensibilizzazione e di educazione sanitaria. Utilizzano poster e materiale didattico con molti disegni e poche scritte (il 60% della popolazione di Kulbus è analfabeta). Provengono dalla comunità stessa e parlano sia l’arabo che i dialetti locali. Spiegano alle madri quanto sia importante lavarsi le mani prima di cucinare, far bollire l’acqua prima di berla e come cucinare e conservare i cibi per evitare il rischio di malattie gastrointestinali, soprattutto la diarrea. Le donne stanno a sentire serie e concentrate: sanno bene che quello che viene loro spiegato potrebbe salvare la vita dei loro figli.

La campagna di sensibilizzazione in West Darfur. Chi viene coinvolto e cosa succede?

Nel progetto in corso in Darfur, nord del Sudan, le campagne di sensibilizzazione si concentrano sulla salute materno infantile e contribuiscono a migliorare sensibilmente lo stato di salute della popolazione. Sono 22 gli educatori che si spostano nell’area e insieme ai volontari nel 2012 hanno incontrato 6.240 famiglie. Insieme alle visite fatte nell’anno precedente, il 79% della popolazione di Kulbus ha incontrato il team che ha spiegato l’importanza dell’allattamento al seno per la crescita corretta dei bambini, ha mostrato come proteggersi dalla malaria, ha informato sui rischi della malnutrizione, come individuarla dai primi sintomi e a chi ricorrere per avere le cure. Un focus importante è stato dedicato alle pratiche igieniche e su come prevenire e gestire i casi di diarrea nei bambini piccoli. Anche le vaccinazioni sono state trattate, in particolare contro il morbillo e la pertosse: ne è stata spiegata l’utilità per i bambini sotto l’anno di età e come accedere gratuitamente al servizio.

Perché una campagna di sensibilizzazione?

Conoscere le malattie, comprendere i comportamenti utili ad evitare o prevenire il contagio, sapere a chi rivolgersi e come gestire un’eventuale epidemia permette di far fronte da subito alla maggior parte delle emergenze e contenere quindi i focolai. Le sessioni informative nei villaggi, le visite a domicilio di educatori sanitari, la presenza di persone informate che possano essere un punto di riferimento stabile e rassicurante, volantini e poster sono alcuni degli strumenti utili per conoscere e quindi affrontare le malattie.

I risultati nella lotta alla malnutrizione

Il lavoro del COSV in ambito di prevenzione della malnutirzione sta dando dei risultati incoraggianti. Non solo il West Darfur è uno degli stati del Sudan dove il problema della malnutrizione è più basso, ma, grazie anche al lavoro dei nostri educatori comunitari, si riscontrano positivi cambiamenti di comportamento che contribuiscono a prevenirne le cause. In base a una recente inchiesta sulla conosenza, l’attitudine e la pratica di comportamenti in tema sanitario e nutrizionale condotta da un esperto internazionale, nessuna delle persone intervistate ha risposto di non sapere come evitare la diarrea dei bambini. Oltre il 70% degli intervistati sa che per prevenire questa malattia – che in Africa può condurre anche alla morte di un bambino, si devono cucinare gli alimenti e coprirli per evitare che vengano contaminati dalle mosche e gli insetti, che bisogna lavarsi le mani prima di cucinare e che occorre lavare la frutta e la verdura con cura prima di consumarle. Sono dati incoraggianti, ottenuti anche grazie al costante e dedicato lavori di persone come Mariam e Mohamed.
Insieme alle attività in supporto al centro sanitaria di Kulbus e alle 12 unità di salute primaria distribuite nei villaggi dell’area, la campagna di sensibilizzazione permette di limitare l’intensità dell’impatto delle malattie sulla popolazione e ridurre il tasso di mortalità legato allo scoppio di epidemie.